CASTROVILLARI – Sarebbero le «espressioni di dissenso» avanzate da «numerose realtà territoriali» che «al momento tendono ad invalidare la candidatura» del sito Italcementi di Castrovillari per la realizzazione dell’Ecodistretto della differenziata che la Regione Calabria deve realizzare nell’area nord della provincia di Cosenza. Lo si legge in una nota ufficiale del 10 gennaio scorso indirizzata al Sindaco di Cosenza ed ai restanti comuni dell’Ato di riferimento dal Dipartimento ambiente e territorio. Oltre a Castrovillari si erano candidate Acquappesa «non ritenuta idonea» e Castrolibero il cui sito «si è manifestato geo.morfologicmente incompatibile con le necessità progettuali». I dirigenti della Regione Calabria pertanto sollecitano i comuni a «individuare siti idonei» al fine di «realizzare, anche nell’ambito territoriale cosentino, una rete integrata di trattamento dei rifiuti urbani in grado di assicurarne l’autosufficienza, per come peraltro previsto dalle norme in materia». In ballo di sono 45 milioni di euro che al momento rischiano di andare perduti se non si riuscirà ad individuare un sito ideneo per l’accoglimento dell’impianto dell’Ecodistretto. Il finanziamento – lo ricordiamo – è inserito nella programmazione del Patto per la Calabria. Se non si dovesse realizzare l’impianto per il cosentino ci sarebbe la «certa maggiorazione dei costi di trattamento» per lo smaltimento dei rifiuti «dovendosi ricorrere alle infrastrutture private» aggiungono i dirigenti regionali. I tempi strigono e «non è più rinviabile l’individuazione dell’area di cui si discute» – si legge nel documento regionale a firma di Antonio Augruso, Domenico Pallaria e Orsola Reillo – pertanto la Regione «procederà ad identificare possibili siti d’interesse, partendo dalla consultazione dei Piani Strutturali Comunale, privilegiand quelle aree facilmente raggiungibili dalla viabilità esistente, scevre da vincoli inibitori, possibililmente non troppo distanti dai bacini di produzione, preferibilmente in area industriale anche valutando la riconversione di attività imprenditoriali dismesse». Il Comune di Castrovillari, si legge sempre nella nota, ha «rappresentato che la vicenda venga discussa all’inetrno del cosidetto “tavolo Barbalace” al momento temporaneamente interrotto ed in attesa di ripresa. Gongolano gli ambientalisti del Comitato per la difesa del territorio Pollino che hanno prodotto il documento citato dalla regione nel quale si evidenziano i vincoli escludenti (prossimità al Parco nazionale del Pollino, alla zona di Protezione speciale Zps Pollino – Orsomarso, alla Asc “La Petrosa”, vicinanza a zona di produzioni agricole tutelate, vicinanza a zone abitate). Insieme all’Ecodistretto – secondo gli ambientalisti – «viene bocciato il tentativo di aggressione al territorio, alla salute delle popolazioni e ai loro interessi economici ed occupazionali, al loro diritto alla partecipazione democratica nelle scelte che li coinvolgono pienamente e da cui l’Amministrazione di Castrovillari ha cercato di escluderli, ammantando questa brutta vicenda sotto l’alibi di un velleitario e bugiardo tentativo di solidarietà ai lavoratori del cementificio in cassa integrazione». Per il Comitato difesa del territorio questa vicenda porta alla luce il fatto che la classe politica di questo territorio «pensa che l’unico futuro della nostra terra sia nei rifiuti, dimenticando il patrimonio ambientale, turistico e delle eccellenze agro-alimentari che invece lo caratterizza e che potrebbe dare assai di più di quanto già non dia, se solo ci fosse un governo del territorio adeguato». Ma per i contrari all’Ecodistretto non sono da dimenticare le condizioni di «assetto idrogeologico e sismico della zona». Ma contrarietà viene espressa anche sulla “filiera del legno” accennata negli interventi di questi mesi da alcuni esponenti del territorio (dal Parco del Pollino al Sindaco di Frascineto e Civita) che servirebbero – secondo gli ambientalisti – «per alimentare la centrale dell’Enel della valle del Mercure». Iniziative definite «impraticabili e dannose» anche alla luce delle recenti indagini regionali collegate alla ndrangheta con possibili connessioni con la filiera del legno. Per gli ambientalisti l’unica soluzione possibile per l’area del cementificio è quella di inserirla «nel programma regionale delle bonifiche e lo si colleghi con attività di promozione turistica, ambientale ed eno-gastronomica, nonché con iniziative di trasformazione dei prodotti agricoli locali». Non sembra dello stesso avviso il Comune di Castrovillari che invece già il 22 dicembre scorso aveva chiesto – come si ammette nella nota regionale – di ridiscutere i parametri della candidatura anche alla luce delle opposizioni mosse dagli ambientalisti. La volontà del sindaco Lo Polito e della giunta è quella di contrastare i «dissensi provenienti da diverse realtà territoriali che tendono ad invalidare tale candidatura». «In particolare, come richiamato anche nella nota oggetto della disquisizione, tale richiesta di confronto alla presenza di tutti gli attori coinvolti in tale processo decisionale era stata correttamente formalizzata dal primo cittadino il 22 dicembre scorso al fine di esporre le diverse istanze, richieste, necessità e finalità della specifica candidatura prima di qualsiasi decisione dell’Ente Regionale». L’amministrazione ha ribadito di essere in attesa della convocazione al tavolo Barbalace per «precisare e chiarire impegni ed idee, ma anche per affermare ruolo e potenzialità sostenibili della proposta che, oltre a dare risposte alla città sulla sensibile materia rifiuti, ridarebbe sollievo anche a quelle unità dell’ex Cementeria, riconvertite all’occorrenza per un nuovo servizio».