CASTROVILLARI – Si chiama Mariagrazia Zottoli, ed è una giovane castrovillarese approdata negli uffici del The George Institute for Global Health e quelli del Nuffield Department of Women’s & Reproductive Health, in seno a quella che è tra le più famose università del Mondo, la gloriosa University of Oxford. 2399 km dividono la città del Pollino dalla più antica università anglosassone, la quarta più antica in Europa. Un percorso lungo e arduo, come quello affrontato da Mariagrazia. Eppure la storia accademica di Mariagrazia nasce all’Università della Calabria, proprio come ci racconta:” Dopo aver conseguito la laurea in Statistica e Informatica per l’Azienda e la Finanza (SIAF), ho fatto delle esperienze lavorative in Calabria, durante le quali ho imparato molto e ho dato il mio contributo come analista dati in diversi progetti, avendo anche la preziosa opportunità di presentare i risultati delle attività di ricerca in conferenze internazionali.” Mariagrazia ha infatti preso parte a due delle più importanti conferenze del settore a livello mondiale: la “New Techniques and Technologies for Statistics” (NTTS 2017) tenutasi a Bruxelles ed ospitata presso lo Charlemagne Building della Commissione Europea e la ”European Conference for Quality in Official Statistics” (Q2018), organizzata dall’ Eurostat a Cracovia. “Adesso all’Università di Oxford lavoro come Data Analyst/Statistical programmer. Sono entrata a far parte del team di ricerca guidato dal Dott. Kazem Rahimi e composto da esperti in medicina, epidemiologia e machine learning. Il progetto Deep Medicine, nel quale sono attivamente coinvolta, mira ad utilizzare i Big Data per fare la differenza e migliorare la salute, perfezionando l’assistenza sanitaria a livello globale. Spero che questo percorso sinora svolto possa incoraggiare tanti altri miei concittadini, giovani e meno giovani: l’impossibile può diventare possibile! Basta volerlo e lavorare sodo. Questo rappresenta per me un importante traguardo e spero che possa essere di incentivo per tanti altri, i quali magari pensano di esser troppo lontani, anche geograficamente o in termini di opportunità, dalla meta dei loro sogni.”