ROMA – Condizionamenti della criminalità organizzata tra la mura del palazzo di città. Il Consiglio di Stato ha confermato lo scioglimento del Consiglio comunale di Cassano all’Jonio con la sentenza depositata stamane dal collegio composto da Franco Frattini, presidente, Pierfrancesco Ungari estensore e Raffaello Sestini, Ezio Fedullo e Umberto Maiello consiglieri, che di fatto ha respinto l’appello presentato dall’ex sindaco Gianni Papasso, insieme ai consiglieri comunali di maggioranza e agli assessori contro la presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell’Interno e la Prefettura di Cosenza per l’annullamento del provvedimento di scioglimento degli organi elettivi. Ventuno pagine di sentenza che servono per stabilire che fu fondato lo scioglimento degli organi elettivi del comune di Cassano. Tra le righe della sentenza, infatti, è scritto chiaramente che «vi sono in atti, in conclusione, elementi e vicende, su cui il Collegio ha ritenuto di svolgere un più approfondito esame, che in modo più che sufficiente denotano la correttezza della impugnata deliberazione di scioglimento degli organi elettivi del Comune di Cassano, per i quali è “più probabile che non”, e sotto certi aspetti sicura, la contaminazione da parte delle potenti cosche locali di ‘ndrangheta, al fine di influenzare e indirizzare sia la libera espressione della volontà degli elettori, sia le scelte amministrative in direzione del massimo profitto per operatori vicini agli eletti e in vario modo collegati alle cosche».