CIVITA – Civita non dimentica. A sei mesi dalla tragedia in cui morirono dieci persone, nove escursionisti e una guida, travolte da un’onda di piena del torrente Raganello, la comunità civitese, nell’esprimere ancora una volta vicinanza e solidarietà alle vittime e alle loro famiglie, si unirà in un momento di preghiera e di riflessione. Mercoledì prossimo, alle 20,30, nella chiesa madre del centro italo albanese “Santa Maria Assunta”, si terrà una veglia di preghiera. Alla veglia parteciperanno, oltre all’intera comunità cristiana di Civita, le autorità civili del comprensorio e i rappresentanti della scuola e delle associazioni del territorio. “Vogliamo ricordare chi non c’è più – ha detto il sindaco di Civita, Alessandro Tocci, – e di comune accordo con il nostro parroco, padre Remo, che ringraziato pubblicamente per quanto sta facendo per la nostra comunità e, soprattutto, per i nostri giovani, abbiamo deciso di ricordare, a sei mesi dalla tragedia, le dieci vittime del Raganello. Un evento che ha stravolto – sottolinea il sindaco Tocci – la vita di una piccola comunità. Il ricordo deve essere imperituro, ma la comunità di Civita deve guardare avanti e continuare a vivere dell’escursioni, delle sue eccellenze storiche culturali, religiose enogastronomiche, ricettive e ambientali, soprattutto ora che il turismo esperienziale e il turismo lento viaggiano con il vento in poppa, Civita merita considerazione”. La veglia di preghiera in memoria delle 10 vittime della tragedia del Raganello, in programma mercoledì prossimo a sei mesi dalla disgrazia, “si inserisce – spiega il parroco di “Santa Maria Assunta”, padre Remo, – nel contesto liturgico della settimana di preghiera per i defunti che, nel rito greco bizantino, si celebra sempre prima dell’inizio della Quaresima di Pasqua. Il messaggio di questa settimana – evidenzia padre Remo – è che qualsiasi cammino di fede inizia con la memoria, cioè con il ricordo di coloro che ci hanno preceduto. Alla veglia naturalmente parteciperanno in tanti, ma noi ci auguriamo che siano presenti soprattutto i bambini, i ragazzi, cioè le nuove generazioni a cui vogliamo trasmettere l’importanza della vita e l’importanza dell’umanità. Di sicuro – continua padre Remo – quanto successo il 20 agosto scorso non potrà e non sarà cancellato dalla memoria della comunità civitese, però tengo a sottolineare che questa comunità ha vissuto questo periodo con grande dignità e con grande senso di umanità e non ha mai inteso attirare – conclude Padre Remo – l’attenzione su questi suoi sentimenti, su questi aspetti, morali, affettivi e umani”.