CASTROVILLARI – Se sia il gesto di «balordo» o un «segnale» più «allarmante» per quel che rappresenta non è ancora chiaro. Sta di fatto che la Panchina rossa, posizionata nei pressi del Protoconvento Francescano nel 2016 come simbolo della lotta al femminicidio, è stata danneggiata nei giorni scorsi. A darne notizia la promotrice dell’iniziativa, Ivana Grisolia, che racconta di come sia stata divelta e mandata in frantumi la targa che ne esplicitava il valore di denuncia e memoria contro gli atti di violenza contro le donne, sempre più oggetto di cronaca quotidiana in tutta Italia ed anche in Calabria. Forte lo «sdegno» della promotrice che lo definisce «gesto arrogante e prepotente» che «vuole lanciare un segnale di supremazia e potere molto allarmante verso chi combatte ogni giorno questa battaglia contro ogni forma di violenza. Non sarà un gesto vile a fermarci» ribadisce rispondendo a quanti nel silenzio e nell’omertà hanno compiuto questo gesto incivile. Al coro di indignazione si sono uniti in tanti. Il Sindaco, Domenico Lo Polito, ha voluto sottolinearne che «chi rivolge il proprio atto vandalico verso un bene pubblico ma dall’alto valore civile e morale» provoca «amarezza» in chi «cerca di profondere impegno ed energia per la crescita culturale di una società, vero motore del vivere civile» stigmatizzando «ancora una volta il vile gesto»; Domenico Pappaterra, presidente del Parco del Pollino, ha ribadito che bisogna rimediare «all’atto vandalico ripristinando la panchina al più presto, proteggendo nella nostra memoria le belle azioni, con l’impegno di attivarne di nuove». Il segretario del Pd castrovillarese, Giovanni Fazio, ha ribadito di rinnegare «ogni forma di violenza e soppruso e in particolare afferma che vandalizzare un bene pubblico dall’alto significato simbolico è gesto vile, sintomo di grande degrado e ignoranza». Donatella Laudadio, presidente del Fai Pollino, ha affermato che il gesto suscita «gravi motivi di preoccupazione ed allarme. Quella panchina e la targa sono un simbolo della cultura della non violenza e della parità non solo di genere, ma di ogni condizione di diversità».