CASTROVILLARI – Interviene come cittadino attento alle problematiche del nostro territorio, ma ancor di più ne avverte la “responsabilità” come presidente regionale dei Circoli dell’Ambiente. Francesco Tetro sviscera la sua opinione su due punti caridne “fragili e allo stesso fondamentali”che preoccupano la Calabria. La lotta al dissesto idrogeologico e la depurazione (che non significa soltanto la chiusura di un ciclo idrico come sarebbe normale in un Paese civile ma ha risvolti ed impatti anche sui servizi generali offerti e, naturalmente, sul turismo).”Abbiamo un problema. Anzi due. Grandi e concreti. E prima cominciamo a lavorarci, meglio sarà per tutti” afferma Tetro. “Come ha giustamente detto il consigliere regionale del Pd Carlo Guccione, rivolgendosi direttamente al governatore Mario Oliverio, c’è il serio rischio che la Regione perda i fondi per il dissesto idrogeologico o che gliene vengano assegnati meno, molto meno, di quelli che in realtà sarebbero necessari. Insomma – dico io, tanto per esser chiari – potremmo ritrovarci a dover curare con un’aspirina quello che altrove viene curato con il cortisone”afferma Tetro. Il, dissesto idrogeologico è un’emergenza per la Calabria. “Vogliamo ricordare la montagna che ‘camminava’ a Maierato? Oppure quello che è successo qui a Castrovillari, al santuario della Madonna del Castello? Noi, proprio noi, che abbiamo nove Comuni su dieci esposti al pericolo di frana o di alluvione”. I dati in mano alla Regione sono vecchi di almeno 10 anni. “Non solo. Il Piano di assesto idrogeologico, a sentire Guccione, sarebbe ancora più vecchio, sarebbe fermo al 2001. E, come se questo non fosse sufficiente, nessuno dei nostri rappresentati regionali sembrerebbe aver preso parte alla Conferenza Stato-Regioni del 29 settembre scorso; sede nella quale sono stati distribuite le risorse destinate alla mitigazione del rischio idrogeologico.Insomma, sembra sia mancata per ora, oltre alla strategia e alla pianificazione, anche la volontà”. Stesso dicasi secondo Tetro per la depurazione. “Oltre al danno, quello ambientale e quello turistico, anche la beffa” afferma . “Perché il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha già bacchettato tutti gli agglomerati che rientrano sotto l’ombrello dell’infrazione Ue; cosa che riguarda tanti luoghi del nostro Paese. Ma come non distinguerci in Calabria, dove i casi sono davvero tanti. Galletti quegli agglomerati urbani li ha anche commissariati, e poi li ha invitati ad attivarsi. Però, nella nostra Regione ci sono anche casi di depuratori e impianti per le acque reflue pronti e mai usati, sequestrati, o mal funzionanti”. Ma quale può essere la soluzione?. “E forse, dall’indicazione che di recente ci ha fornito Giuseppe Aieta, consigliere regionale anche lui del Pd, riusciamo a capire che – a quanto pare – i medici sono davvero pochi. Aieta ha infatti chiesto un incontro urgente ad Oliverio mettendo sul tavolo il dipartimento Ambiente e territorio, e in particolare quello del settore ‘danno ambientale’ che dispone di soli 7 dipendenti, inclusi 2 tecnici. Li’, in quel dipartimento, sarebbero ferme, secondo Aieta, ”migliaia di pratiche, 2.500, di notevole importanza per mancanza di personale”. Per Aieta bisogna sostenere ”la lungimiranza” del governatore nell’opera di ”cambiamento della macchina burocratica”, perché – come dire – ‘propedeutica’ alla rinascita della Calabria”. D’accordo “anche sull’idea che lungo questo percorso sia necessario ”snellire” la burocrazia, ”riorganizzare il personale, modernizzare e rafforzare la macchina amministrativa”.Tetro pensa “a un Piano per la Regione, un Piano di riqualificazione e di riposizionamento, prima ancora che di sviluppo. Guardando da un lato alle opportunità offerte dall’agricoltura e dall’altro a quelle che ancora non siamo del tutto riusciti a capire ‘nascoste’ nel turismo (dallo Jonio al Tirreno, dalla Sila all’Aspromonte) tenendo presente anche l’agricoltura che può avere secondo Tetro “una crescita esponenziale dell’ortofrutta con la creazione di grandi cooperative capaci di essere estremamente flessibili rispetto alla distribuzione, con l’obiettivo di aggredire fette di mercato sia nazionale che internazionale”. Tante le possibilità per provare la strada del riscatto, secondo il Presidente regionale Circoli dell’Ambiente e della Cultura rurale. Per esempio il ‘riuso’ delle acque reflue (i fanghi di scarto da ‘reinvestire’ in agricoltura, e innescare possibili ‘sinergie’). “Sono certo che il governatore Oliverio stia pensando a tutto questo o a qualcosa di simile, qualcosa che possa portare ad una vera una ‘rinascita’ per la Calabria e per i suoi abitanti. Spero che questo avvenga nel più breve tempo possibile e con la più ampia condivisione e trasparenza. Come presidente regionale dei Circoli dell’Ambiente sono a disposizione per contribuire, qualora fosse richiesto (e mi auguro che lo sia), a questo percorso. Perché al di là delle posizioni politiche, questi temi, e prima ancora questa Regione, stanno a cuore ad entrambe. Ne sono certo”.