Specialità enogastronomiche: la Calabria tra le prime dieci regioni italiane

specialità enogastronomiche calabria

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CATANZARO – Un piazzamento di tutto rispetto per la Calabria all’interno del censimento 2019 delle specialità enogastronomiche ottenute secondo regole tradizionali, protratte nel tempo per almeno 25 anni. La nostra regione si conferma, infatti, al nono posto, con ben 269 prodotti. Va detto che il censimento è stato presentato dalla Coldiretti all’apertura del Villaggio contadino della Coldiretti a Milano, al Castello Sforzesco, con la partecipazione di agricoltori, mercati contadini ed agrichef. Fra questi vi è anche una nutrita rappresentanza di agricoltori calabresi, i quali espongono e fanno degustare alcune tra le produzioni agricole più famose della Calabria: liquirizia, fichi, salumi Dop, nduja di Spilinga pasta, bergamotto, formaggi, trasformati di cedro e peperoncino e tante altre. A comporre le specialità regionali calabresi sono – fanno sapere dalla Coldiretti – 85 diversi tipi di paste, pane e prodotti da forno, 28 carni, 24 formaggi, ed ancora: 73 prodotti allo stato vegetale o trasformati, 12 piatti composti o prodotti della gastronomia, 7 bevande tra analcoliche, liquori e distillati, 11 prodotti di origine animale (miele, lattiero-caseari escluso il burro, ecc.) e 21 preparazioni di pesci, molluschi, crostacei. <<Nella nostra regione – afferma Franco Aceto presidente regionale di Coldiretti – i prodotti censiti dalla regione sono 269, che fanno parte del patrimonio di specialità che sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni. Questi fanno il paio con le 17 specialità Dop e Igp Calabresi>>. Secondo Aceto, <<questo è il risultato del lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere e custodire nel tempo la biodiversità e la distintività sul territorio e le tradizioni alimentari>>. <<Si tratta –aggiunge il presidente regionale di Coldiretti- di un bene comune per tutti i cittadini e di un patrimonio anche culturale che genera notevole interesse e che possiamo offrire con orgoglio ai turisti italiani e stranieri anche perché evocativi di storie e territori>>. <<Il censimento dei prodotti agroalimentari nella nostra regione, – conclude Aceto – deve avere una accelerazione e proseguire, perché c’è ancora un ricco patrimonio di biodiversità e di prodotti che possono essere messi a valore con benefici indiscussi. Bisogna consolidare, il nuovo modello di sviluppo che trae nutrimento dai punti di forza che sono il proprio patrimonio storico ed artistico, il paesaggio e il cibo>>.