CASTROVILLARI – Dopo tanto lavoro silenzioso sui campi i risultati arrivano, non solo in bottiglia (dove le profumazioni si aprono ad «equlibrate sensazioni di fruttato leggero incentrato su toni maturi») ma anche con riconoscimenti imporanti. L’azienda olivicola castrovillarese di Federica Gallo (affiancata – è giusto dirlo – dal compagno Francesco Barbino) per il primo anno entra nella giuda sugli extravergini d’Italia 2016 di Slow Food. La realtà produttiva, evoluzione contemporanea di quella che un tempo era la tenuta Torre Avena fondata nel 1777 da Antonio Gallo e ampliata nella prima metà dell’800 dal Marchese Gaetano, oggi è un’azienda in agro cittadino con 40 ettari dove risiedono circa 3000 piante di coratina, frantonio, nocellara del Belice e tondina, che producono un olio che piace agli esperti chiocciolati del movimento del buono, pulito e giusto fondato da Carlo Petrini. L’olio definito «piacevole e lineare» nel complesso è finito sulla giuda che proprio in questi giorni è stata presentata a Verona dove Slow Food ha installato, in occasione del Vinitaly 2016, il suo quartier generale per il lavoro di selezione che fa sui vini con la giuda Slow Wine e sugli oli, che a verona trovano ampio spazio nel padiglione Sol&Agrifood. La realtà castrovillarese, che ha preso slancio negli ultimi due anni, dalla passione per la terra (intesa come identità oltre che come coltivazione) di Federica Gallo e Francesco Barbino si vede riconoscere il grande lavorio biologico condotto in questa nuova sessione produttiva ed inizia a raccogliere i frutti del lavoro portato avanti con la dinamicità delle givani generazioni. Un buon inizio non solo per Olio Gallo ma per tutto il territorio che si vede riconoscere, come già per altre eccellenze dei paesi vicini, la sua vera vocazione legata alla enogastronomia che, a ricaduta, può essere volano di sviluppo e rilancio turistico. Una giovane realtà di gente appassionata che invece di scappare ha deciso di rimanere, e di rimanere per costruire, invece che lamentarsi. Ad maiora.