CASTROVILLARI – L’IPSEOA Alberghiero “Karol Wojtyla”, ha dato vita al progetto “Nuove e antiche alchimie” promosso dalla docente Antonietta Mirabelli, coadiuvata dagli insegnanti di Sala/Vendita e Cucina Angelo Canonico, Giuseppe Cersosimo e dalla colega Silvana Gireffo. Gli obiettivi di questo progetto, che coinvolge gli studenti della classe IV C dell’IPSEOA, sono quelli di realizzare un percorso inedito sullo studio delle bevande, attraverso la fermentazione alcolica, fino alla creazione di un prodotto nuovo, facendo interagire tra di loro le conoscenze interdisciplinari, la capacità creativa e il potenziamento delle abilità professionali. Il primo incontro ha visto la partecipazione del farmacista Gianluca Filpo, proprietario insieme ai fratelli Luigi e Carlo della storica farmacia di Corso Garibaldi. Gianluca Filpo, conoscitore delle proprietà benefiche della flora botanica del Pollino , ha raccontato agli studenti la nascita e le proprietà della Ferrochina del Moro quando il dottor Carmine Caterini, nel 1892, creò un prodotto capace di combattere molte malattie come “le anemie, la mancanza di appetito, il mal di capo”, per il quale ricevette “La Gran Croce e Medaglia d’Oro” a Palermo nel 1916, alla “Esposizione Nazionale Mostra Igienica”. Un liquore che sembrava perso nei ricordi dio chi lo ha creato. Così non è stato. Oggi la Ferrochina del Moro,., la “Farmacia del Moro” era infatti l’antico nome della Farmacia Caterini-Filpo perché al suo ingresso si trovava il “Gaper”, una testa di legno raffigurante un Moro con in bocca una pastiglia, è riproposta dalla Farmacia Caterini-Filpo. Oggi la si può trovare in molti ristoranti anche fuori dal nostro territorio, perfino in un famoso bistrot parigino. La ricetta sembrava essere andata perduta. Ma la nipote di Carmine, la srtorica farmacista Ortensia Caterini Filpo, ha sempre raccontato ai propri figli, di questa particolare bevanda preparata dal nonno. Un caso ha voluto che, in una vecchia agenda, i figli hanno ritrovato la lista delle erbe per fare la Ferrochina. Da qui l’idea di riproporla e metterla sul mercato.