CASTROVILLARI – Si sono riuniti in massa al Protoconcento Francescano per fare il punto sulla vertenza, che interessa centinaia di lavoratori del nostro territorio che rientrano nel bacino dei precari Lsu-Lpu. Insieme ai rappresentanti sindacali, Vincenzo Laurito, segretario Nidil Cgil comprensoriale, Carolina Luzzi, della Confederazione CGIL, unitamente ai Sindaci di Spezzano Albanese, al vice sindaco del Comune di Laino Castello, ed una rappresentante dell’Amministrazione comunale di Castrovillari, centinaia di lavoratori hanno ribadito il loro disagio che sia pure contrattualizzati il 30 dicembre scorso, presso gli enti utilizzatori, rischiano seriamente l’interruzione del percorso di stabilizzazione prevista dal Decreto Interministeriale. Per questo il Sindacato unitariamente ha tracciato «un percorso di iniziative, condivise dai lavoratori che dovrà coinvolgere in primis tutta la deputazione calabrese ed i Sindaci che hanno in questi lunghi anni, beneficiato del lavoro prezioso ed essenziale di questi lavoratori, per mandare avanti la macchina amministrativa dei comuni stessi e garantirne i servizi» scrivono le OO.SS. La discussione – molto animata e partecipata – ha stigmatizzato soprattutto il comportamento del Governo nazionale che, dopo aver concordato con la Regione Calabria, una norma giuridica atta a parificare i fondi stanziati dalla Giunta Oliverio ai fondi ministeriali necessari per il mantenimento dei contratti a 26 ore settimanali, ha redatto una norma, prevista nell’art. 8 del Decreto degli Enti Locali, approvato dal Consiglio dei Ministri il 12 giugno scorso, che è stata cassata inspiegabilmente, gettando nello sconforto i 5000 lavoratori LSU – LPU di tutto il territorio calabrese. A questo si aggiungono «le ultime vicende tristi» che vedono coinvolti «pezzi importanti del Governo regionale» che «hanno fatto perdere credibilità all’azione amministrativa e di governo, che si auspica venga superato in tempi rapidissimi per non far pagare un prezzo alla collettività calabrese e soprattutto a questi lavoratori che inevitabilmente saranno interessati a durissime lotte per non vanificare un percorso di stabilizzazione appena iniziato».